Umani, so cosa pensate, chissà quante volte avete detto “come sarebbe bello poter comunicare col mio gatto”
Proprio per riempire questo gap di comunicazione qualcuno ha pensato di creare una sorta di dizionario per comprendere i messaggi che vi mandiamo, così è più facile capirsi.
Oggi vi parlo del dizionario italiano-gatto che aiuta decodificare i messaggi e i comportamenti dei vostri amici miagolanti realizzato dalla casa editrice Larousse, in collaborazione con Jean Cuvelier per i testi e Gilles Bonotaux per le illustrazioni. L’edizione italiana è curata da Edizioni Sonda con il contributo dell’ l’etologo italiano Roberto Marchesini e di Ilaria Innocenti, responsabile nazionale del settore cani e gatti della LAV. Il dizionario contiene tutte le parole chiave dalla A alla Z, per avvicinarsi al mondo felino, offrire preziosi consigli, comprendere ed educare i gatti, ma anche…gli umani (ça va sans dire).
Per questo primo dizionario pratico di «lingua gattese», sono state decriptate 160 situazioni tipo del comportamento felino, attraverso alcune parole chiave relative alla vita di tutti i giorni.
Volete qualche esempio? Se si parla di acqua la situazione tipo è: il gatto beve l’acqua che scende
dal rubinetto. A cosa pensa il gatto: «Qui l’acqua è migliore». Il consiglio del medico veterinario:
“Quando si parla di bevande e soprattutto di acqua, il gatto è molto esigente. Perché beva l’acqua, questa deve essere:
· Di suo gusto: il gatto ha papille gustative molto sensibili all’acqua e fa differenza tra l’acqua della bottiglia e quella
del rubinetto.
· Né troppo calda né troppo fredda: la temperatura ideale è tra 4 e 10 °C.
· Pulita: niente, nemmeno una briciola di cibo, deve sporcare la sua acqua.
· Servita in un contenitore: poco profondo ma molto largo, pulito e inodore, posto distante dalla zuppa e dalle croccchette, in un angolo sicuro dove il gatto possa guardarsi intorno senza rischiare di essere attaccato di sorpresa.
Quando bevono, alcuni gatti hanno le loro piccole manie: immergono la zampina nel recipiente, poi la leccano, bevono solo l’acqua che scorre dal rubinetto (l’acqua è fresca e si rinnova di continuo), amano solo l’acqua piovana ..
Altro caso: l’aggressività. Il gatto, sfidato dalla finestra dal gatto del quartiere, morde il suo amico umano che vuole
fargli una carezza. A cosa pensa il gatto: «Non ho trovato niente di meglio per sfogarmi!». Il consiglio del medico veterinario:
“Non potendo scaricare la propria aggressività sul gatto o il cane del vicino che lo sta sfidando, il gatto se la prende con
il primo essere vivente che incrocia sul proprio cammino. L’aggressione ridiretta è ancora più sorprendente e incomprensibile quando a scatenarla è stato un rumore, un odore, qualcosa che il gatto ha visto, l’arrivo di un estraneo. Se il gatto sembra agitato ed eccitato senza ragione lasciate che si calmi facendolo mangiare o lasciando che
si pulisca tranquillamente e proponetegli un’attività ludica. Aspettate poi che sia avvicini lui per prenderlo in braccio senza correre rischi facendogli le coccole”
Sempre sull’aggressività c’è anche il caso del gatto che morde quando viene accarezzato. Situazione tipo: il gatto, in grembo, si gira e morde improvvisamente la mano di chi lo sta accarezzando. A cosa pensa il gatto: «Non sopporto più le tue carezze!». Il consiglio del veterinario:
Il gatto fa le fusa mentre lo si accarezza, poi improvvisamente si gira per morderci o graffarci. Scappa allora di corsa, si ferma e presenta un’ondulazione singolare della pelle della schiena oppure inizia a pulirsi.
Quest’aggressione da irritazione, incomprensibile a priori, avviene quando il gatto non sopporta più il contatto. La
ricca innervazione sensoriale del gatto lo rende molto sensibile alle carezze fino a diventare irritabile se si protraggono
troppo a lungo. È importante quindi avere l’accortezza di diluirle nel tempo ed esercitarle in più momenti della giornata. Più il gatto sarà accarezzato da cucciolo (prima dei 9 mesi), più sarà coccolone.
Per finire vi voglio parlare dei viaggi in macchina. Situazione tipo: il gatto, tutte le unghie fuori, si
rifiuta di salire sull’auto. A cosa pensa il gatto: «Non voglio salire su quella macchina da vomito!». Il consiglio del medico veterinario:
La fobia dell’auto è spesso associata a un evento spiacevole. Il gatto può esser stato male nell’auto e di conseguenza aver ricevuto una punizione (grave errore) o esserci salito per motivi spiacevoli (abbandono della casa di origine, visita veterinaria). Per evitare questa fobia, è consigliabile abituare il gattino, dai 2 mesi d’età, al trasportino e all’automobile sistemate dei giochi all’interno della vettura quando è ferma e poi avviate il motore e distribuire delle prelibatezze. Perché il trasportino sia sicuro, sistematelo sul pavimento o sul sedile, bloccandolo con la cintura di sicurezza.
Non lasciate mai il vostro gatto da solo in macchina. In estate, sono sufficienti pochi minuti a far salire la temperatura all’interno della vettura al di sopra dei 40 °C. Il gatto rischia allora un colpo di calore fatale.
(Tutti i testi sono estratti dal “Dizionario Bilingue Italiano/Gatto-Gatto/Italiano”)
Nella parte finale del volume troverete un capitolo dedicato a Il Gatto e la legge: i suoi diritti, i tuoi doveri con la citazione di tutte le leggi vigenti a tutela dei gatti. (info www.sonda.it)
Alla prossima
Vostro Ginger
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