
Amici bipedi e quattrozampe buongiorno,
oggi Chef Lea vi porta a fare un po’ di attività fisica, e non solo, insieme alla Compagnia dei Cammini che propone dei percorsi di trekking davvero speciali dove umani e cani hanno la possibilità di conoscersi meglio e relazionarsi tra loro.
La Compagnia dei Cammini è un’associazione no profit che si occupa di turismo responsabile e in questo caso dà la possibilità di portare i propri cani a fare le camminate. Si tratta di viaggi dedicati proprio ai cani, in un’esperienza da condividere con altre persone accompagnate dai loro cani. Il tutto è gestito, seguito e programmato da guide esperte e istruttori cinofili come Thomas Pirani che ha scambiato quattro chiacchiere con me raccontando come funzionano questi cammini.


Per prima cosa, cari amici, vi presento Thomas Pirani, istruttore, cinofilo e ed esperto di zooantropologia, disciplina che studia le relazioni tra l’uomo e le altre specie. Con lui mi sono immersa in questa fantastica avventura dove il vero protagonista, mi spiega Thomas, è il cane. I percorsi di trekking, che prevedono più giorni di cammino, non nascono come proposte di vacanze alternative con il proprio cane, ma sono percorsi studiati per entrare in sintonia con le dinamiche di relazione tra uomo e animale. Questo tipo di esperienza è molto impegnativa e proprio perché non si tratta di pianificare una semplice vacanza vengono organizzati non più di dieci cammini all’anno, secondo varie tipologie, dai percorsi più semplici ai più complessi. In fase organizzativa si tiene conto delle stagioni e quello che il territorio può offrire, secondo i cicli di coltivazione. Insomma il cammino non è strutturato come una macchina commerciale e le guide devono avere la possibilità di recuperare le energie tra un cammino e l’altro.

Come spiega Thomas si mettono in atto dei veri e propri contenuti di scambio, riuscire a parlare e avere un colloquio con il proprio cane in un ambiente favorevole contribuisce a questo scambio. Thomas spiega come sia importante portare l’uomo a stretto contatto con la natura per essere in sintonia con il proprio cane, percorsi che hanno il fine di consolidare il rapporto tra uomo e animale. Proprio per questo motivo si parte da cammini anche di un’ora, sino ai più complessi di cinque giorni, per dare, a chi ne ha voglia e la possibilità, di far parte di questa esperienza così appagante.

Ovviamente non è un’esperienza per tutti e non è neppure così scontata. Per prima cosa si procede con una selezione dei camminatori, effettuata in base alle esperienze di cammino, alle condizioni fisiche e all’approccio mentale maturato verso un progetto di questo tipo. Le proposte sono diverse proprio in base alle esperienze: ci sono cammini dove il pernottamento avviene nei rifugi oppure nelle tende per i più esperti; anche la durata dei cammini e la tipologia del percorso varia sulla base dell’esperienza.
Non solo l’umano, ma anche i miei amici cani non sono tutti uguali: i cani che partecipano devono già in qualche modo essere abituati al contatto con altri cani e a socializzare con altri umani oltre al suo compagno di vita. Per tutto questo e per poter organizzare i gruppi La Compagnia dei Cammini richiede la compilazione di schede per valutare se i partecipanti hanno i requisiti necessari. Gli umani partecipanti devono avere avuto delle esperienze di cammino e di vita all’aperto; in caso contrario si può sempre optare verso altre esperienze, anche camminate giornaliere.



Non meno importanti sono i requisiti del cane: non si guarda razza, taglia o età, ma è importante che il cane abbia già esperienza di socializzazione ed essere abituato alla presenza di altri cani e di altri umani. Questo è’ un passaggio importante, perché non si può affrontare un viaggio di questo tipo con cani che hanno manifestato timore a rimanere accanto ad altri simili. Durante i cammini il rapporto è tra umano – cane – natura, e viene richiesta la totale immersione in questo mood, con una forte predisposizione, volontà e disponibilità a condividere con il resto del gruppo questa esperienza. Pensate che si richiede agli umani di non utilizzare il telefonino se non per necessità, proprio perché questa esperienza vuole essere un’immersione a 360° nella conoscenza di sé, del rapporto con il proprio cane e nel gruppo.

Chiedo a Thomas incuriosita come si formano i gruppi e se avviene un incontro prima della partenza. Thomas sorride e dice che il bello è proprio che il gruppo si conosce al momento della partenza, ed è proprio questa la magia che crea l’affinità tra i partecipanti: trovarsi carichi di emozione, ognuno con il proprio cane e pronti per questa avventura.
Solitamente ad accompagnare il gruppo c’è una guida esperta e Thomas con il suo cane, che segue e accompagna alla conoscenza delle relazioni e dei comportamenti. Thomas ha più di un cane e ogni volta partecipa a rotazione con uno solo dei suoi compagni pelosi. Il massimo dei partecipanti è di 16 persone, ognuna con il suo cane per un massimo di 32 elementi, pelosi e non.



Gli umani presenti sono quasi sempre i compagni di vita del cane, meglio un solo umano per cane e meglio un solo cane per umano. Chi ha la fortuna di condividere la propria vita con più cani, per i cammini è meglio che ne scelga solo uno, per non ricreare delle dinamiche di gruppo già esistenti nel quotidiano. Infine è molto importante che i cani coinvolti nell’esperienza siano messi nelle condizioni di rafforzare il loro rapporto e sapersi confrontare con altri simili.

La cosa bella è vedere come alcuni umani vogliano consolidare il rapporto con il proprio peloso e quindi c’è chi arriva con il cane della zia, il figlio che arriva con il cane del nonno, cani adottati provenienti dal canile per i quali viene pensato un inserimento in società. E’ bello come l’amore reciproco crei forti legami e quello tra l’uomo e il suo animale è decisamente indissolubile. Ci sono anche casi più estremi, racconta Thomas, dove è capitato che le persone vogliano partecipare senza cane, proprio per capire come sarebbe vivere con un peloso, il tipo di impegno richiede, e poi fare la scelta di prendere un animale, un passaggio importante per chi vuole fare una scelta matura e consapevole e vuole mettersi alla prova prima di sbagliare.



Durante il cammino ci sono diversi momenti di sosta e attraverso le attività di socializzazione viene messo in evidenza il modo in cui ogni persona idealizza il proprio animale: vengono scardinati i meccanismi comuni, i partecipanti sono a “nudo”, si appoggiano ai valori del territorio. Un fiume, un prato, sono luoghi che creano un forte impatto, l’uomo e l’animale sono immersi nella natura, nel rispetto del territorio che li accoglie, e non possono che diventare complici di questa esperienza unica.
La giornata è scandita da momenti di convivialità e conoscenza, c’è il momento del pranzo che può essere al sacco o in una struttura ricettiva o un rifugio , soluzione simpatica per i cani dove ognuno ha le sue abitudini alimentari: chi ama il secco, chi l’umido e ovviamente ci sono momenti di assaggio reciproco nelle varie ciotole. (Anche per i miei amici pelosi avviene uno scambio di ricette se così si può dire). Sono previsti anche degli spazi per la lettura, situazioni di gioco dove i cani possono dare sfogo alla loro esuberanza, e momenti di pittura “en plein air”, imitando i pittori impressionisti, per trarre ispirazione da quello che ci circonda. I gruppi solitamente non presentano problemi, anzi la predisposizione degli umani a socializzare tranquillizza i cani, dà loro fiducia: se le persone fanno amicizia ed entrano in sintonia tra loro lo stesso succede ai cani. Il cane si educa attraverso il nostro comportamento e atteggiamento, se noi stiamo bene e trasmettiamo serenità il cane lo sente e si comporta di conseguenza. In fondo il cane, anzi noi cani, come dice Thomas, siamo animali sociali.

Thomas poi mi spiega che prima di partire viene preparato un planning di sicurezza. Vengono contattate le persone di riferimento del luogo da raggiungere, i proprietari dei rifugi, i luoghi di ristoro, i negozianti per gli alimentari e anche i veterinari. Vengono analizzati i percorsi, perché non presentino pericoli per gli animali e per gli uomini, viene coinvolto il territorio, e i suoi professionisti.
Le guide sono altamente esperte e qualificate, per gestire questi percorsi ci vuole grande professionalità, sapere dove andare e come muoversi, conoscere molto bene il territorio, comprese le eventuali vie di fuga, e mettere in pratica eventuali soluzioni alternative in caso di necessità. Hanno sempre a disposizione un kit di pronto soccorso per uomini e animali, contattano ostelli e all’occorrenza i veterinari del luogo. L’organizzazione delle giornate tiene conto dei rituali, dei ritmi e delle abitudini legate agli orari dei partecipanti. I viaggi hanno sempre un passo molto lento proprio per il rispetto di tutti. La colazione si svolge in modo molto tranquillo, l’equipaggiamento e le attrezzature sono stabilite all’inizio del cammino, concordate con la guida, e prevedono zaino, scarponi, alimenti per il pranzo al sacco in natura.


Altro fattore importante è il dialogo con gli altri partecipanti su cosa portare, ad esempio se si mangia al sacco o nei punti di ristoro. Capita che in alcuni cammini a far compagnia e ad aiutare i partecipanti ci siano degli asini, ottimi collaboratori che si occupano del trasporto di bagagli e viveri. Per alcuni itinerari invece è previsto l’uso delle jeep che dal campo trasportano quello che occorre al gruppo.
Grazie allo stretto rapporto che si instaura e consolida nei giorni della camminata l’amicizia dei partecipanti continua anche dopo aver vissuto questa avventura. Alcuni decidono di ripetere questa esperienza con lo stesso gruppo in altri itinerari. Ma Thomas ci tiene a ribadire che la camminata non è una vacanza ma un progetto, un percorso, un’esperienza conoscitiva attraverso cui si creano legami profondi. Le difficoltà che talvolta si incontrano sono profonde e rafforzano il rapporto: è attraverso le difficoltà e nel modo di affrontare la novità che si può parlare di esperienza 3.0.


In questo modo Si crea un legame indissolubile con il proprio animale, in natura la paura che il cane scappi ad esempio è reale, i cani nel cammino sono liberi: entra in gioco la fiducia che il cane percepisce muovendosi con più disinvoltura, le regole vengono rispettate proprio perché si genera fiducia. La fiducia è la libertà di scegliere e decidere, afferma Thomas, e mi spiega che per molti anni i cani venivano addestrati all’obbedienza. Ma se con il cane si instaura un rapporto di fiducia si ottiene obbedienza senza addestramento, perché il cane percepisce lo stato d’animo, la disponibilità e la serenità che gli fanno vivere l’esperienza nel modo giusto. Sono bellissimi i cambiamenti comportamentali di cani e persone: vivere insieme in un ambiente che non è la casa ma in mezzo alla natura fa riscoprire all’uno le qualità dell’altro.
Pensate che esiste anche una disciplina specifica, la Pedagogia Animale, che studia i meccanismi di relazione tra i cuccioli di animale, proprio come avviene per i cuccioli d’uomo.

Prossimi appuntamenti
I costi d’iscrizione comprendono l’assicurazione, la guida e l’organizzazione da parte della Compagnia del Cammino, che varia dai 200 ai 250 euro per un massimo di cinque giorni. I costi relativi ai pranzi, alle cene e la spesa per i prodotti di prima necessità (all’incirca sui 30/ 40 euro al giorno) vengono gestiti direttamente sul territorio, senza la mediazione della Compagnia.. Le prime proposte raggiungibili sono a fissate nel mese di settembre.
Dal 6 al 10 settembre in Toscana
Cinque giorni in tenda nella natura incontaminata dell’Appennino tosco-romagnolo, una zona selvaggia con ampi panorami e immense praterie da percorrere in modo itinerante con zaino leggero. Un territorio quasi disabitato che si articola tra strade forestali, vecchie vie di transito e piccoli sentieri, circondati da catene montuose. Verrà esplorata la valle del Fiume Rovigo, i calanchi di Lozzole e le “spiagge” create dai pascoli che scendono al fiume. I tragitti verranno stabiliti in base al meteo e al desiderio esplorativo del gruppo. Si dorme in campeggio libero e si viaggia con zaino carico del necessario per la giornata e per il pranzo.
Dal 18 al 22 ottobre
Il cammino è organizzato sempre in Toscana e si dorme in un rifugio autogestito sul Mugello nel Parco Giogo Casaglia. Qui, in autunno, il sottobosco si colora di foglie, diventa umido e piacevole da scoprire insieme all’euforia esplorativa dei cani, i protagonisti del cammino.

Da cane, amici miei, posso dire che la cosa che più mi piace di questa esperienza è che tutto è a misura di noi cani, persino i gradi di difficoltà dei percorsi sono calcolati in “orme”, da 1 a 5.
Per rimanere al corrente di tutte le iniziative della Compagnia dei Cammini visitate il sito www.cammini.eu).
Non mi resta che preparare lo zaino e buona avventura da Chef Lea
