PALIO DI SIENA: UN’INUTILE BARBARIE

Cari Umani,

ho aspettato qualche giorno prima di scrivere un commento sul tradizionale Palio di Siena, una competizione effettuata fra le Contrade senesi utilizzando una giostra equestre di origine medievale. A quanto pare anche la crudeltà verso gli animali è rimasta la stessa del Medioevo. Mi riferisco allo stato di salute dei cavalli che vengono sottoposti a sforzi incredibili e inutili torture, in condizioni di disagio, nervosismo e malessere vicino al maltrattamento. Ma voglio aggiungere qualcosa in più. Nella Carta etica del cavallo citato dal Ministero della Salute, è scritto che le attività che coinvolgono il cavallo nei diversi ambiti, oltre che all’eccellenza sportiva, devono essere finalizzate alla promozione di una cultura equestre quale strumento educativo e formativo ed alla eliminazione di ogni forma di doping e maltrattamento del cavallo, di slealtà sportiva, promuovendo di stili di vita sani e responsabili. Direi che questo obiettivo sia completamente disatteso in occasione del Palio, voi lettori amanti degli animali, cosa ne pensate?

Mi domando perché nel terzo millennio esistano ancora competizioni che utilizzano gli animali per puro divertimento: dal 1975 ad oggi si contano almeno 42 cavalli morti. Certo qualcuno potrebbe obiettare che in fondo la Corrida spagnola è più crudele poiché il toro, dopo le numerose torture inflitte, viene ucciso ad ogni esibizione, solo perché questo fa spettacolo, senza tenere conto che gli animali sono stati riconosciuti a tutti gli effetti esseri senzienti (Art. 455-bis. Codice Civile – Diritti degli animali – Gli animali sono esseri senzienti e il presente codice ne promuove e garantisce la vita, la salute e un’esistenza compatibile con le proprie caratteristiche etologiche), che sentono dolore e soffrono.

NON esistono tradizioni quando ci sono dolore e morte di esseri viventi. A tutela degli animali gli zoo sono pressoché spariti, perfino i circhi hanno modificato il loro spettacoli e gli animali sono stati sostituiti da artisti che garantiscono comunque spettacolo e divertimento. Decisamente qualcosa sta cambiando. Per fortuna.

La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali”

Diceva il Mahatma Gandhi che “la civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali”. Certo è che siamo molto lontani dalla definizione di Paese civile, e non parliamo degli abbandoni degli animai domestici, anche se molti amici umani ho visto scelgono di portare con loro in vacanze i loro amici quattrozampe. Qual è dunque il Paese che si può definire civile in questo mondo? Lascio a voi decidere da che parte stare ma se amate gli animali veramente e volete che cambino le cose bisogna cominciare a boicottare certi spettacoli e lottare perché esseri deboli e indifesi come noi animali siano rispettati e protetti da ogni forma di maltrattamento, sia fisico che psicologico.

Questo sì che potrebbe essere un passo importante per l’evoluzione della specie umana.

Un caro saluto dal vostro Ginger

Ginger – Direttore